10. 25. 2024
50 anni di un mito a quattro ruote: la Volkswagen Golf
La VW Golf è un’autovettura che da mezzo secolo fa parte del vivere quotidiano di ogni giorno, anche per chi non ne ha posseduta una o ha sempre preferito acquistare altro.
Ad inizio anni ’70 la Volkswagen, in forte difficoltà economica, necessitava di lanciare sul mercato un modello che replicasse l’enorme successo commerciale che aveva avuto il Maggiolone nel dopoguerra. Decisero di puntare su una berlina a 3 e 5 porte a trazione anteriore, molto compatta ma allo stesso tempo adatta anche all’utilizzo familiare; a livello meccanico si optò per nuovi motori raffreddati ad acqua con alberi a camme in testa.
Il design fu realizzato da un giovane Giorgetto Giugiaro, che optò per una vettura a due volumi con portellone posteriore, linee semplici e squadrate, e un montante posteriore la cui forma particolare diventerà caratterizzante per il modello e un riferimento per le generazioni successive. Così nel 1974 nacque la Golf, l’inizio di un mito a quattro ruote: in soli due anni ne furono vendute 1 milione di esemplari; versatilità e affidabilità, oltre ad un design accattivante, furono le basi del suo successo.
Nei suoi 50 anni di storia si sono susseguite 8 generazioni di Golf, ognuna evoluta rispetto alla precedente sotto gli aspetti tecnologico e prestazionale, rimanendo sempre all’apice della categoria delle medie compatte. Ad oggi sono stati venduti circa 37 milioni di Golf.
La storia di questa iconica vettura attraverso le versioni a maggiori prestazioni, e le più ricercate dai collezionisti.
VW Golf Mk1 “GTI” (1976 – 1983)
Il mito nel mito, questo modello fu equipaggiato con un motore 1.6 di cilindrata ad iniezione elettronica da 110 cv di potenza, a fronte di soli 810 kg di peso, che le permetteva di accelerare da 0-100 in 9 secondi e di raggiungere i 182 km/h. Apprezzata per la sua guida divertente, diventò il riferimento delle Hot Hatch.
La versione più ricercata è la Pirelli Edition su base GTI restyling del 1980, che montava fari più grandi, e un abitacolo completamente rivisitato – cambiano infatti sedili, plancia e pannelli porta – ed un motore da 1.8 litri e 112 cv. Prodotta a fine vita del modello, nel 1983, per soli 6 mesi in 10.500 esemplari, era caratterizzata da cerchi in lega specifici da 14″ con il logo della casa di pneumatici italiani.
VW Golf Mk2 (1983 – 1991)
La seconda generazione presenta un design che richiama quello della sua progenitrice, ma più arrotondato; cresce in dimensioni e vengono introdotti la marmitta catalitica, l’ABS, e la trazione integrale.
Nel 1984 fece il suo ritorno la versione “GTI”, ereditando al debutto il motore 1.8 litri 8 valvole 112 cv della prima serie. Dal 1986 fu disponibile un nuovo motore 1.8 litri con 16 valvole da 139 cv, e dal 1990 un motore sempre 1.8 litri di cilindrata ma sovralimentato con una potenza di ben 160 cv. Le prestazioni di quest’ultima versione erano di tutto rispetto, 0-100 km/h in 8,3 secondi e velocità massima di 216 km/h. Nel 1985, a seguito di un piccolo restyling della Golf Mk2, anche questa versione venne dotata della mascherina con doppio faro e doppio terminale di scarico.
Golf RALLYE (1989 – 1991)
Per i collezionisti la versione da mettere nel proprio garage è sicuramente la Golf RALLYE (1989 – 1991), versione palestrata della GTI da cui derivava, progettata per poter omologare la versione dedicata alle competizioni. Parafanghi bombati, fari rettangolari in luogo di quelli tondi (che cambiavano, ma non miglioravano l’estetica) e un kit aerodinamico dedicato.
La differenza più sostanziale però è nel motore G60, ovvero l’1.8 litri della versione GTI con cilindrata ridotta da 1.781 a 1.760 cc (al fine di poter ottenere l’omologazione del veicolo nella classe 1700 litri) ma con l’aggiunta di un compressore a chiocciola il cui condotto aveva proprio la forma di una “G”. In versione stradale erogava la stessa potenza della GTI, 160 cv, ma scaricata su quattro ruote motrici, potendo disporre della trazione integrale Syncro. L’equipaggiamento prevedeva volante sportivo, sedili Recaro e cerchi in lega da 15″. Ne hanno prodotte solo 5000, ad oggi in Italia se ne contano poche unità.
VW Golf Country
Versione off-road della berlina tedesca e progenitrice del suv moderno. Trazione integrale, assetto rialzato, un doppio bull-bar (anteriore e posteriore) applicato alla carrozzeria, fari di profondità, fendinebbia e una mascherina protettiva sotto scocca. Al posteriore spiccava la ruota di scorta alloggiata esternamente sul portellone, come era di moda sui fuoristrada dell’epoca. Equipaggiata col motore 1.8 litri benzina da 98 cv, fu prodotta per un tempo limitato nel 1991.
VW Golf MK3
Auto dell’anno del 1992. Nel settembre 1991 ci fu l’esordio europeo della terza serie della Golf per la quale in VW puntarono sulla sicurezza: infatti divennero disponibili airbag frontali e laterali e la carrozzeria venne concepita per fornire la massima protezione in caso di urti. Esteticamente si differenziava dalle generazioni precedenti per l’abbandono dei fari rotondi singoli, sostituiti da una coppia di fari racchiusi in un guscio allungato.
Nel 1992 venne presentata la nuova GTI. Era equipaggiata con un motore a benzina da 2.0 litri con 16 valvole e una potenza di 150 cv a 6.000 giri/min, abbinato ad un cambio a 5 rapporti. Rispetto alla Golf Mk3 standard, a livello meccanico era dotata di un assetto sportivo, un sistema frenante a disco ventilato sulle quattro ruote e un differenziale autobloccante elettronico. La vettura disponeva anche di numerosi accessori come cerchi in lega da 15”, interni in pelle, climatizzatore, tetto apribile elettrico, alzacristalli elettrici, specchietti retrovisori regolabili elettricamente e un sistema audio con lettore CD.
Nel 1993 fu presentata la versione ad alte prestazioni della Golf MK3, la “VR6”. Per la prima volta venne montato sulla Golf un motore a 6 cilindri a V, dalla cilindrata importante di 2.8 litri e 174 cv. La vettura bruciava lo 0-100 km/h in 7,6 secondi e raggiungeva i 225 km/h. Nel 1995 (fino al 1997) arrivò in listino la versione VR6 Syncro, dotata di un motore di 2.9 litri, una potenza di 190 cv e trazione integrale permanente.
Della terza generazione della Golf, molto rara e particolare era la versione “Arlecchino”, caratterizzata da 4 diverse colorazioni dei vari componenti la carrozzeria, in combinazioni differenti da modello a modello. Ne sono stati prodotti solo 324 esemplari (60 in Europa – 264 negli USA).
VW Golf Mk4 (1997-2004)
La nuova Golf IV venne presentata per la prima volta al pubblico al Salone di Francoforte nel 1997. I gruppi ottici richiamavano la Mk3, il montante posteriore la capostipite della serie. Con la qualità della carrozzeria, sicurezza e affidabilità di questo modello, Volkswagen fissava nuovi standard per il segmento. La Golf IV cresceva in dimensione sia esternamente che internamente per offrire maggior spazio ai passeggeri. Inoltre divenne disponibile per la prima volta, nella classe delle compatte, un sistema di navigazione satellitare.
Nel 2002 arrivò sul mercato il modello più prestazionale, la versione R32, diretta concorrente dell’Alfa Romeo 147 GTA. Come la sua progenitrice, la VR6, era dotata di trazione integrale permanente ed era equipaggiata con un motore 6 cilindri a V (dalle bancate molto strette, solo 15°), ma la cilindrata saliva a 3.2 litri e la potenza a 241 cv. Rispetto al modello standard si differenziava per i paraurti specifici, il doppio terminale di scarico e i cerchi in lega dedicati da 17”; gli interni, pur essendo sportivi, rimanevano abbastanza sobri. La R32 si dimostrò un successo commerciale, la VW aveva programmato di venderne 5 mila esemplari, invece ne verranno prodotte 12 mila unità.
Di questa generazione un’altra versione che deve essere tenuta in considerazione, soprattutto in ottica collezionistica, è la GTI 25° anniversario, celebrativa dei 25 anni trascorsi dalla prima GTI. Modello in edizione limitata (su ogni vettura si trova una targhetta identificativa del numero di produzione), montava il motore 1.8 Turbo da 180 cv (0-100 km/h in 7,9 s – velocità massima 205 km/h), ed era disponibile nelle tre varianti di colore Rosso Tornado – Grigio metallizzato – Diamond black. Rispetto alla GTI standard si distingueva per i paraurti dotati di spoiler inferiore e splendidi cerchi il lega da 18’’ della BBS. All’interno era dotata di sedili sportivi Recaro con logo “GTI” e pedaliera in alluminio.
VW Golf Mk5 e Mk6
La VW Golf Mk5, presentata a Dicembre del 2003, è stata la generazione di minor successo della stirpe Golf, soprattutto a causa di uno stile che non ha convinto abbastanza. Alcune versioni sono state rivalutate col passare degli anni:
GTI Pirelli Edition 30 (collaborazione col brand di pneumatici nata nel 1983 e riproposta nel 2007), disponibile con carrozzeria sia a 3 che a 5 porte e nello sgargiante colore apposito “giallo girasole”, era equipaggiata con cerchi da 18” con copri mozzo con scritta Pirelli. All’interno le cuciture di sedili, volante e pomello cambio erano di colore giallo, in tinta con la carrozzeria, ma ciò che caratterizzava in maniera unica il modello era il rivestimento dei sedili, la cui trama in microfibra replicava il battistrada dello pneumatico “PZero” della Pirelli. Il motore, rispetto alla GTI di serie, montava un Turbo di dimensioni maggiori che faceva aumentare la potenza a 230 cv.
Versione R32, erede del modello precedente, mostra i muscoli col doppio terminale di scarico collocato al centro del paraurti sotto la targa. Disponibile sia con cambio manuale che con il semi-automatico DSG, disponeva di 280 cv, con prestazioni di assoluto rilievo.
La VW Golf Mk6 è stata prodotta dal 2008 al 2012. Più che un nuovo modello si può definire come un restyling della serie precedente, della quale viene usato il telaio e molte componenti. La nuova linea viene disegnata da Walter De Silva, padre delle forme dell’Alfa Romeo 156. Viene commercializzata con carrozzeria a 3 – 5 porte e in versione station Wagon (denominata come da tradizione Volkswagen “Variant”).
Per l’arrivo della versione più prestazionale, denominata solamente “R”, si dovrà attendere il 2010. Cambia il nome perché cambia il motore, da aspirato a Turbo e cilindrata ridotta a 2.0 litri (lo stesso che viene montato anche sulla versione GTI ma con turbocompressore di dimensione maggiore), ma la potenza aumenta fino 270 cv. La R viene equipaggiata con trazione integrale 4 Motion, le sue prestazioni sono da vera sportiva, brucia lo 0-100 km/h in 5,7 secondi.
VW Golf Mk7 e Mk8
La Golf di settima generazione debuttò nel 2012 (in produzione sino al 2019) e venne sviluppata sulla piattaforma modulare MQB, utilizzata anche su altri modelli della famiglia Volkswagen (fra cui l’Audi A3). Eletta Auto dell’Anno nel 2013, ottenne 5 stelle nel test Euro NCAP, diventando il punto di riferimento del segmento “C” per prestazioni di guida, comfort durante la marcia e sicurezza. Venne commercializzata con carrozzeria sia a 3 che a 5 porte, ed era disponibile sia con cambio manuale che con quello automatico DSG.
La versione GTI della MK7 è stata equipaggiata con un motore 2 litri 4 cilindri in linea Turbo che eroga ben 220 cv, che permette alla vettura di accelerare da 0-100 km/h in 6,5 secondi (6,4 secondi con cambio DSG) e di raggiungere la velocità massima di 246 km/h. Era disponibile anche la GTI “Performance”, che rispetto alla standard offriva 10 cv di potenza in più, un impianto frenante maggiorato con quattro dischi ventilati e differenziale autobloccante. Con il restyling del 2017 (MK7.5) la GTI Standard dispone di 230 cv, la “Performance” di 245 cv.
Mk8 è la versione attualmente in commercio, e se nulla cambierà sarà l’ultima con motori termici visto che la serie MKIX sarà solo elettrica. La Golf Mk8 monta fari full LED di serie (optional i fari Matrix LED) e, in linea con i tempi, una plancia completamente digitale con cockpit virtuale e comandi touch screen.
Versione GTI Clubsport 45
La versione GTI Clubsport 45 è l’edizione speciale nata per celebrare i 45 anni dal lancio della prima Golf GTI (1976). Basata sulla versione Clubsport (variante più performante della gamma GTI attuale) dalla quale differisce per alcuni dettagli estetici e per una potenza maggiore, potendo disporre di ben 300 cv. La sua unità motore è il 4 cilindri 2.0 TSI associato al cambio automatico DSG a sette rapporti, che trasmette il moto alle ruote anteriori tramite un differenziale autobloccante elettromeccanico. L’assetto, a controllo elettronico, può essere abbassato di 15 mm inserendo la modalità Nurburgring.
Le prestazioni: 0-100 km/h in 5,6 secondi e velocità massima di 270 km/h (senza limitatore).
Golf R333
Volkswagen con l’ultima generazione della Golf decide di alzare l’asticella progettando una versione che aspira ad essere più una super car che una Hot Hatch (anche nel prezzo di oltre 70 mila euro).
E’ la Golf R 333, così chiamata per la potenza erogata dal suo motore 2.0 TSI e per il numero di esemplari prodotti (ogni vettura ha una targhetta nell’abitacolo che indica la numerazione progressiva), una vera instant classic. Rispetto alla Golf versione R da cui deriva, la 333 è dotata di un pacchetto tecnico ed estetico. Questa versione a trazione integrale permanente, infatti, è dotata di profili di guida appositamente sviluppati per il tracciato stradale del Nurburgring denominati DRIFT e Special, per renderla più libera nell’uso in pista. L’impianto di scarico è prodotto dalla specializzata Akrapovic, i cerchi da 19” montano pneumatici semi-slick.
La penna di Automotoretrò