12. 5. 2024

“DAS PANDA”, più di 40 anni di storia

Linee squadrate, un mix di soluzioni economiche (i vetri piatti, le cerniere delle porte a vista e il retrotreno ad assale rigido con balestre longitudinali) ed intelligenti (la plancia-marsupio, il divano-amaca, motore e trazione all’anteriore per ottimizzare gli spazi nell’abitacolo) nel 1980 nasce la Fiat Panda. Disegnata da Giorgetto Giugiaro -padre delle linee della Delta S4- la Fiat progetta una vettura che, puntando sul miglior connubio possibile fra semplicità e praticità, risulta economica da produrre e vendere. Non era l’auto che si sognava, ma quella che ci si poteva permettere.

La Panda, oltre ad essere economica, era molto versatile: si adattava bene sia all’asfalto cittadino, grazie forma squadrata e montanti sottili che la rendevano pratica da utilizzare nelle vie cittadine e da parcheggiare, che alle strade sconnesse di campagna, dove le sospensioni a balestra posteriori non temevano sconnessioni o buche. La vettura, grazie al suo peso piuma di circa 700 kg, venne equipaggiata con piccoli motori a benzina (un bicilindrico di 652 cm³ da 30 CV ed un quattro cilindri di 903 cm³, da 45 CV) che ne rendono tuttora i costi di gestione e manutenzione molto bassi.

Nel 1983 arriva la Panda 4×4. Dotata della trasmissione integrale ad inserimento manuale tramite una leva nel tunnel. Grazie alle dimensioni contenute e squadrate, al peso ridotto e alla giunta di una prima marcia molto corta, la vettura si dimostra un’abile arrampicatrice, apprezzata ancora oggi per la sua capacità di avventurarsi in piccoli sentieri e nell’off-road in spazi angusti, dove i grandi fuoristrada fanno fatica.

Anche Gianni Agnelli, che possedeva ben 11 Panda, durante i suoi soggiorni in Svizzera a San Moritz era solito utilizzare una Panda 4×4 II Serie del 1993, versione denominata “Trekking”, color argento metallizzato con i doppi profili blu e neri tipici delle vetture dell’avvocato; in Corsica era solito utilizzare una Fiat Panda 4×4 “Rock Moretti”, che si differenziava dalla versione 4×4 standard per la carrozzeria che permetteva di renderla completamente aperta.

Nel 1986 la Panda viene equipaggiata con i motori FIRE e viene dotata di nuove sospensioni.

Vengono prodotte numerose serie speciali, fra le quali ricordiamo la Panda Italia ’90 (color bianco con i paraurti in plastica in tinta e copri ruota con grafica che li rendeva simili ad un pallone di calcio), allestimento che omaggiava i mondiali di Calcio che vennero giocati nel Bel Paese; e la Panda Shopping FM (anno 1987), caratterizzata dalla impagliatura laterale gialla in contrasto con il color nero della carrozzeria, e la vistosa antenna radio posizionata direttamente sul portellone.

Per le varianti 4×4 vengono introdotte versioni speciali dedicate esclusivamente a questo modello, come la “Sisley” (1987), disponibile di colorazioni e allestimenti inediti, che includeva anche del dispositivo che indica i gradi di inclinazione longitudinale e laterale. Nel 1997, invece, arriva la “Country Club”, con una dotazione più ricca, che tra gli optional comprendeva i vetri atermici con alzacristalli anteriori elettrici e la chiusura centralizzata.

Ritorno al Futuro – Nel 1990 fu presentata la Panda del futuro, la versione “Elettra”, variante dotata di motore elettrico, che per la scarsa autonomia (circa 100km) e l’alto prezzo di listino ebbe scarso successo a livello commerciale.

La produzione della prima serie termina nel 2003, anno in cui il Pandino, insieme a pochi altri modelli, era rimasto nei listini come ultimo baluardo di un’era dell’automobilismo puramente meccanico ormai sulla via del tramonto. La sua erede, disegnata dalla Bertone, si ispira all’algoritmo funzionalità-economicità-semplicità della progenitrice, rispetto alla quale viene dotata di 5 porte. Anche la seconda serie è un successo commerciale, vincitrice del premio Auto dell’anno 2004. Viene riproposta la versione 4×4 e si apre alla declinazione sportiva, con la Fiat Panda 100 hp. Prima ed unica panda sportiva della storia, era dotata di assetto ribassato, cerchi in lega e paraurti specifici; equipaggiata con un motore 1.4 benzina aspirato, si dimostrò divertente da guidare, all’altezza della concorrenza delle piccole sportive dell’epoca.

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